Carlo Russo riprende la sua riflessione sul ruolo strategico delle dei consigli di amministrazione per garantire un vantaggio competitivo e l’apertura a nuove voci e prospettive per le aziende di ogni dimensione. Soprattutto le aziende piccole o a conduzione familiare trascurano la creazione di un CdA, in quanto esso viene considerato erroneamente uno strumento di governance più appropriato per le grandi imprese o comunque troppo complicato da amministrare.
Come ricorda Carlo Russo, il consiglio di amministrazione svolge due funzioni fondamentali per ogni azienda, ovvero difendere legalmente gli interessi degli azionisti e offrire un supporto di consulenza all’amministratore delegato.
In questo modo, le principali decisioni aziendali possono essere assunte sulla base di specifiche competenze, capaci di garantire sviluppo e sostenibilità sul lungo periodo all’azienda.
In questa prospettiva, si può affermare con il manager fiorentino, che proprio un’impresa familiare multigenerazionale può garantirsi successo e sostenibilità solo affidandosi ad un processo di governance consolidato.
Un aspetto più volte evidenziato con forza da Russo è la necessità cogente di avviare una professionalizzazione del processo di governance delle imprese attraverso la creazione di un consiglio indipendente.
Molto spesso nelle realtà imprenditoriali si osserva ad un approccio autoreferenziale nella gestione dell’attività all’interno del CdA, aspetto che ne pregiudica il ruolo primario all’interno dell’organizzazione dell’azienda.
Questo tipo di approccio assicura un maggiore controllo alla proprietà a discapito, però, dei numerosi vantaggi che deriverebbero dal lasciare che il Consiglio esegua pienamente il proprio ruolo.
I CdA dovrebbero essere percepiti come un secondo team a supporto del Ceo e dell’imprenditore che si affianca al team di gestione e svolge un ruolo decisivo per la crescita e il successo dell’azienda. Appare di estrema rilevanza il ruolo del CdA nel fornire un apporto di nuove idee e prospettive e nel fungere da avvocato del diavolo in merito alle decisioni strategiche, rendendo queste più efficaci e riducendo il rischio di errori. Il CdA può rappresentare anche un importante riserva di competenze, che aiutino ad affrontare con cognizione anche il difficile, e ormai inderogabile, processo di internazionalizzazione cui ogni azienda deve andare incontro.
Prendendo in esame i dati, si può rilevare la presenza di un problema nel passaggio generazionale all’interno delle piccole e medie imprese italiane. Proprio in questi casi, il consiglio di amministrazione, sottolinea Carlo Russo, rappresenta un elemento di supervisione e indirizzo che assicura una gestione efficace dell’impresa e una corretta relazione tra famiglia e impresa, agendo da elemento di separazione tra i vari piani. È stato osservato che le successioni riescono a produrre un effetto positivo sulle performance dell’impresa, quando il CdA è aperto ai consiglieri indipendenti e a professionisti esterni alla famiglia. Si può notare una correlazione positiva tra cessioni di controllo e presenza di figure estranee alla famiglia al vertice del CdA.
Il CdA favorisce l’impresa nel passaggio di controllo sia nei confronti dei manager che della proprietà.
I vantaggi di un CdA sono del tutto evidenti e compresi nel caso di aziende affermate, ma, sostiene Carlo Russo, sono determinanti anche nel caso di una impresa in fase di start up. Diversi e significativi sono i benefici che un bord ben organizzato può assicurare ad una impresa in fase di avvio come:
ottimizzare le energie imprenditoriali regolando i rapporti tra impresa e proprietà;
una dote di relazioni utili per la piccola impresa anche ai fini del reperimento di capitali
capacità di attrazione delle risorse manageriali migliori;
elaborazione di strategie aziendali;
implementazione di politiche di governance;
riduzione dei rischi;
valutazioni indipendenti;
apporto di competenze specialistiche;
controllo e impulso all’innovazione e al cambiamento;
gestione delle situazioni di crisi;
assicurare un canale di dialogo con i dipendenti, coinvolgendo e sostenendo la loro voce all’interno governance aziendale;
L’aspetto decisivo nella creazione e nell’utilizzo del consiglio di amministrazione è il livello di partecipazione e attività, che l’imprenditore è disposto a riconoscere ad esso nel processo decisionale.
Un maggiore o minore capacità di incidere è riconosciuta al CdA sulla base di due fattori, che secondo Carlo Russo sono: l’esperienza e la capacità dell’imprenditore nel gestire l’impresa con successo e l’effettiva quota di controllo che questi è disposto a cedere nel processo decisionale.
Un consiglio operativo può contribuire a fissare obiettivi concreti e il bagaglio esperienziale dei suoi componenti arricchire le esperienze dell’imprenditore e del gruppo dirigente. Nella sua funzione di supervisione, un consiglio può anche favorire il raggiungimento di qualsiasi traguardo di pre-ingresso nel mercato, scrittura del business plan e/o accumulo di risorse.
Il CdA, inoltre, può supportare l’imprenditore nell’individuazione di quelle criticità e debolezze proprie dell’industria di riferimento nell’esperienza di gestione o avvio.
Contrariamente a quanto solitamente si ritiene, evidenzia Carlo Russo, nell’ambito delle piccole imprese si può apprezzare appieno il valore del consiglio di amministrazione per l’imprenditore, dal momento che, in questo caso, la governance ha una funzione di servizio che impatta in termini di direzione e consulenza sull’organizzazione. Non potendo fare affidamento che su un numero limitato di risorse umane, le Pmi hanno bisogno di una guida per programmare un futuro per le loro imprese
Il CdA può aiutare a gestire le parti in conflitto e a fornire un buon piano di successione.