La ricognizione e l’analisi dei vari step che compongono un processo di internazionalizzazione ben strutturato svolta nel libro di Carlo Russo, Internazionalizzazione vincente, si conclude attraverso l’illustrazione del quinto ed ultimo fondamentale step ovvero la vendita. Quindi, una volta che si è svolta una approfondita analisi, creata la mappatura, studiato la burocrazia del paese target e ricercato sponsor partner, si può avviare l’esportazione del prodotto e/o della struttura, in parte o intera, dell’azienda nel paese.
La chiusura di tutto questo cerchio, osserva il manager fiorentino, produce un ulteriore effetto positivo, consistente nella creazione di una leva molto potente che consentirà di scalare il business e replicare lo stesso modello in diversi altri paesi. Una volta che si è costruito un bagaglio solido e un’esperienza che ha permesso di comprendere cosa si è fatto, sarà molto più semplice e immediato ricreare e riprodurre le stesse condizioni di espansione in altri mercati. Carlo Russo a questo punto della sua trattazione afferma la sua convinzione sulla capacità propria degli italiani di distinguersi nel mondo in fatto di estro e creatività. Una convinzione che nel suo caso nasce e viene sostenuta ad alta voce con cognizione di causa, avendo percorso, per ragioni professionali, molti chilometri in giro per il mondo.
Lo scopo e la creazione di un progetto come AffariEsteri.it nascono proprio da questa convinzione di Carlo Russo, profondamente radicata e comprovata, come detto, in anni e anni di viaggi e conoscenze. Un piccolo, immediato riscontro l’esperto di internazionalizzazione lo ottiene ogniqualvolta gli capiti di imbattersi in lavoratori europei non italiani nei cantieri di tutto il mondo. Quello che regolarmente constata è una certa incapacità di affrontare gli imprevisti e il loro perdersi nel proverbiale bicchiere d’acqua. Scrive Russo: “sono schematici, freddi e senza alcuna fantasia. Se ad un tedesco manca una vite, è capace di bloccare il cantiere e tutte le persone finché la vite “perfetta” non arriva. Noi siamo diversi, abbiamo quella marcia in più data dalla fantasia, dal genio, dall’originalità e passione. Se ad un italiano dovesse mancare quella vita, alla fine lui se la inventa, in un modo o nell’altro. Questa è la nostra forza. La nostra punta di diamante”.
Questo ci deve spronare a portare con orgoglio e fierezza il nostro essere italiani in giro per il mondo, conclude Carlo Russo. “Dobbiamo imparare a credere di più in noi stessi, alle nostre capacità, alla nostra Bandiera. Siamo i Numeri 1 nel Mondo e il Mondo questo lo sa bene, per questo, ovunque noi andiamo, siamo stimati ed apprezzati. Nonché amati. Le nostre Aziende, le nostre tecnologie, le nostre idee: senza, probabilmente, o meglio dire, sicuramente, il Mondo non sarebbe lo stesso”.