Dopo aver visto in maniera analitica la prima delle cinque fasi distinte in cui si articola il processo di internazionalizzazione, l’analisi, seguendo l’argomentazione contenuta nel volume Internazionalizzazione vincente, Carlo Russo illustra lo step successivo che consiste nella cosiddetta mappatura. La mappatura sviluppo di strategie d’ingresso nei mercati di destinazione e nella conseguente pianificazione economica e finanziaria. In altre parole, si tratta in questa seconda fase di programmare quante e quali risorse, anche in termini di investimento, si vogliono impegnare per l’apertura di nuovi canali economici nel paese target in precedenza stabilito. Si tratta di sviluppare una pianificazione economica e finanziaria e un quadro completo di strategie d’ingresso nei mercati di destinazione e piani. Come già visto in un precedente articolo, attraverso l’analisi si sono potute definire il prodotto (cosa portare), il mercato, il Paese di riferimento, (dove portare), ora si tratta di delineare in che modo. La modalità d’ingresso, osserva Carlo Russo, è in stretta connessione con l’esame e conoscenza della cultura del Paese verso ci si vuole rivolgere: è necessario essere a conoscenza delle limitazioni e delle opportunità del Paese, occorre sapere in che modo approcciarsi alle persone ed avere pronte soluzioni immediate alle problematiche e criticità che si potrebbero presentare.
Dopo aver definito con esattezza ciò, si può definire il target: se si tratta di società privata o di Stato, con chi s’interagisce e in che termini, avvero l’insieme di procedure utili a creare la strategia più efficace possibile. Seguendo una articolazione ordinata del procedimento, prosegue Carlo Russo, si passa alla pianificazione economico finanziaria, ossia il budget indispensabile. In questa sede, se si dovessero accertare dei costi eccessivamente onerosi, si passa la vaglio di altre ipotesi e soluzioni, modificando di conseguenza anche la strategia operativa. La valutazione di tutti questi aspetti avviene in sede di convocazione del Consiglio di Amministrazione, il quale delibera tali decisioni. Proprio quest’ultima osservazione permette al manager fiorentino di ribadire con forza l’importanza strategica della presenza all’interno dei consigli di amministrazione delle imprese di un esperto d’internazionalizzazione: solo con la compartecipazione attiva di tale figura che si potrà arrivare a stabilire decisioni efficienti e con rapidità di implementazione, analizzando di volta in volta i risultati, apportando, laddove necessario, le modifiche del caso su come e quanto. Proprio in virtù di un bagaglio di competenze specifiche e altamente qualificate, l’esperto potrà dare un contributo decisivo alla stesura di piani che possano risultare validi e idonei.
Un consulente è portatore di esperienza, di un valore aggiunto, oltre a possedere nel suo portafoglio relazioni e conoscenze che aprono determinate porte e facilitano il percorso, proprio perché in possesso di informazioni mirate sulla cultura, sul mercato, sugli approcci e sui modi di fare, nonché sulle tendenze del Paese verso cui ci si vuole espandere. Il consiglio di amministrazione, conclude Carlo Russo, proprio per evitare di fare errori e sbagliare, al fine anche di non perdere soldi o investire in paesi non target per l’azienda deve essere affiancato da questa figura professionale chiave in tema di internazionalizzazione. Una volta che le proposte fatte dalla proprietà sono state sottoposte, il CdA delibera o meno l’operazione in quel determinato paese. Se non saranno sufficienti le risorse, si esamineranno altri mercati, sempre sotto la guida dell’esperto.