Quante volte ci siamo sentiti intrappolati nel nostro lavoro a causa di personalismi o, peggio, schiacciati dal bisogno di dimostrare qualcosa a qualcuno? Questa domanda, posta con incisività da Carlo Russo, manager ed esperto di governance e strategie per l’internazionalizzazione, illumina una delle più comuni sfide del mondo professionale: la difficoltà di superare l’ego personale per raggiungere obiettivi condivisi.
“La collaborazione autentica nasce quando, per un attimo, smettiamo di pensare a chi ha ragione e ci concentriamo su un obiettivo comune,” sottolinea Russo. Questa affermazione mette al centro del dibattito un punto cruciale: l’importanza di spostare il focus dal desiderio di affermazione individuale verso una visione collettiva, dove il fine ultimo è il successo comune. Quando le persone riescono a mettere da parte le loro convinzioni personali per un bene più grande, si apre uno spazio straordinario per la crescita reciproca.
Immaginiamo un team di lavoro dove ogni membro non è ossessionato dal dimostrare le proprie capacità, ma piuttosto impegnato a perseguire un risultato che nessuno potrebbe raggiungere da solo. Questo scenario, descritto con acutezza da Carlo Russo, è un potente promemoria di come la vera forza della collaborazione risieda nell’intenzione di crescere insieme. “La vera forza della collaborazione sta proprio lì: nell’intenzione di crescere insieme, di imparare insieme e di raggiungere qualcosa che da soli sarebbe impossibile,” afferma l’esperto. In un ambiente del genere, il team non è solo una somma di individui, ma una sinergia capace di generare risultati straordinari.
Ma come si può concretamente mettere da parte l’ego? Carlo Russo ci invita a riflettere su una strategia tanto semplice quanto rivoluzionaria: “Forse il vero segreto è che più mettiamo da parte l’ego, più diventiamo capaci di fare cose straordinarie, sia per noi stessi che per gli altri.” Questo significa che il processo non solo arricchisce il collettivo, ma ha un impatto trasformativo anche sull’individuo. La rinuncia all’ego diventa quindi una forma di liberazione che permette di accedere a livelli più alti di creatività e innovazione.
L’approccio proposto da Russo non è privo di sfide. Superare il proprio ego richiede umiltà, una qualità spesso difficile da praticare in contesti professionali competitivi. Tuttavia, è proprio in questa scelta che si trova la chiave per costruire collaborazioni autentiche e durature. Quando ogni membro di un team mette il risultato al primo posto, le dinamiche si trasformano: conflitti e rivalità cedono il passo a un clima di fiducia e rispetto reciproco.
In chiusura, Carlo Russo ci lascia con un invito a immaginare un nuovo modo di lavorare: un modello in cui l’unità di intenti supera le divisioni personali e in cui l’obiettivo comune diventa il motore di ogni sforzo. Questo modello non solo ci permette di raggiungere risultati che da soli sarebbero impensabili, ma trasforma anche il modo in cui percepiamo il lavoro e i rapporti umani. Come Russo ci ricorda, “la collaborazione autentica non è solo un mezzo per raggiungere un fine: è il fine stesso, il cammino verso una crescita condivisa e straordinaria.”
La riflessione di Carlo Russo suggerisce che l’eccellenza non risieda nel successo individuale, ma nella capacità di costruire insieme qualcosa di significativo per tutti.