Affariesteri.it è una società fondata da Carlo Russo, manager fiorentino con una formazione orientata ai temi della negoziazione e internazionalizzazione aziendale. Il portale nasce con l’intento di fornire strumenti e supporto per il miglioramento della competitività delle imprese, incentivando e favorendo le stesse ad operare nell’ambito dei mercati nazionali e internazionali. Oltre alla consulenza strategica, le aziende partner possono affidare ad Affariesteri.it le ormai indispensabili attività di lobbying e public affairs, attività la cui rilevanza e diffusione nel tessuto imprenditoriale italiano si è sviluppata sempre più nel corso di questi anni.
Il lobbying è un mezzo di rappresentanza politica degli interessi sociali affermatosi all’interno di sistemi politici di tipo liberaldemocratico, un esempio classico sono gli USA, caratterizzati da un tessuto sociale che ha maturato un maggiore tasso di articolazione degli interessi e una più efficiente capacità di aggregazione degli stessi, a fronte di un sistema politico che esprime una minore capacità generale di intervento all’interno dei subsistemi sociali ed economici.
Dato il quadro politico e sociale delineatosi in questi anni, in cui è diventata sempre più manifesta la disintermediazione dei corpi sociali e politici e, in generale, la crisi della rappresentanza, appare sempre più difficile la presentazione delle istanze.
Proprio questa dinamica rende ormai cogente la presenza di gruppi di interesse in grado di partecipare al processo decisionale, eventualmente influenzando le scelte del decisore, poiché tale presenza svolge un ruolo di primaria importanza ai fin del funzionamento di una democrazia liberale, in quanto rende effettiva la partecipazione alla vita politica, economica e civile di tutte le parti sociali, consentendo l’emergere in totale trasparenza dei diversi interessi ed dei soggetti che ne sono portatori. In questo modo, il decisore è messo nelle condizioni di compiere la scelta finale nella piena consapevolezza di tutti quelli che sono i vantaggi e gli svantaggi per le diverse fazioni.
Se si considera, poi, il punto di vista delle aziende, una collaborazione efficace e virtuosa con le istituzioni è, ormai, un elemento irrinunciabile per poter fronteggiare le attuali dinamiche di un mercato in costante evoluzione. Il processo che porta alla costruzione di un consenso intorno alle istituzioni e alle aziende deve articolarsi attraverso un approccio integrato tra media relations, advocacy e public affairs.
Sulla base di questo assunto, diventa essenziale per ogni azienda implementare strategie di relazioni istituzionali con la finalità di stabilire un rapporto diretto e consolidato con i decision maker, promuovendo la costruzione di un capitale relazionale basato su networking e competenze, a partire dallo studio del contesto legislativo e regolatorio.
Una attività di lobbying efficace, oltre a prevedere un lavoro di analisi politica e monitoraggio, utile ad identificare i temi emergenti del dibattito politico e anticipare rischi e opportunità per il business, deve fondarsi sulla identificazione degli stakeholder, sviluppando e promuovendo un percorso di accreditamento finalizzato al rafforzamento di relazioni giudicate come strategiche per la creazione e il mantenimento dell’immagine positiva dell’azienda e tese a migliorare la qualità dei rapporti con gli interlocutori-chiave.
In Italia il lobbying sconta una storica carenza sul piano legislativo, come ben sanno i professionisti del settore, che da anni denunciano la difficoltà di operare per chi esercita la professione con trasparenza ed etica, mentre coloro che agiscono nell’opacità e al limite delle regole, proprio in virtù di un vulnus normativo che persiste nel tempo, riescono a trovare ampi spazi di manovra nel sistema.
Il 2022 potrebbe segnare una svolta da questo punto di vista. Grazie alla spinta data dalla ripresa economica in atto, si assiste al rilancio del ruolo dello Stato nel governo dell’economia e ad una ulteriore crescita della domanda di sensibilizzazione sul tema del decisore pubblico da parte delle imprese. Dopo una lunga gestazione, nel corso degli anni sul tema sono state presentate oltre 90 proposte di legge che sono rimaste nei cassetti di Montecitorio e palazzo Madama, lo scorso12 gennaio, è arrivato il primo sì della Camera dei Deputati alla cosiddetta “Legge sulla Lobby”.
I princìpi ispiratori della norma sono quelli di pubblicità, trasparenza, partecipazione democratica e conoscibilità dei processi decisionali. Soprattutto si giunge, finalmente, all’istituzione di un Registro dei rappresentanti di interessi al quale non possono iscriversi i decisori pubblici durante il loro mandato per un anno successivo alla cessazione, in caso di incarichi di governo nazionale o regionale. Registro interdetto anche agli esperti esterni, che prestano la propria opera presso le pubbliche amministrazioni, per il periodo di durata dell’incarico.